L’ha spiegato ancora una volta Andrea Segrè uno dei maggiori esperti di agroeconomia nel suo ultimo libro «Mangia come sai. Il cibo ci nutre o ci consuma?».
Con lo spreco alimentare si potrebbe sfamare il 30% della popolazione del nostro pianeta, dato che 1/3 del cibo prodotto a livello globale finisce nella spazzatura. In Italia quello che viene letteralmente buttato via dalle nostre tavole ricche vale l’1% del Pil, l’equivalente di 16 miliardi di euro, tanto che l’Osservatorio Waste Watcher valuta lo spreco in 145 kg a famiglia, circa 360 euro.
L’atto del mangiare rappresenta un’azione al contempo agricola, economica, ecologica, etica e politica. «Non sappiamo più se il cibo ci nutre o ci mangia». Da una parte stiamo consumando le risorse del pianeta per via di modelli di produzione e di consumo insostenibili, dall’altra stiamo consumando le risorse economiche dei nostri sistemi welfare per via del lievitare delle spese sanitarie legate dalle malattie connesse alla malnutrizione.
Esiste una macchina più grande di noi che ci chiede solo di produrre, acquistare, consumare, scartare, sprecare? Si è proprio cosi. E allora che cosa può raccontarci il cibo?
Ci racconta si il peregrinare dell’uomo su questa terra con i suoi riti quasi sempre legati alla religione. Ci racconta del focolare e della famiglia e della cultura del “mai buttare un pezzo di pane. E’ peccato” E ci racconta di quanto sia decisivo, per esempio, ricordare mia madre ogni volta che tento di ritrovarla in uno dei suoi dolci.
C’è una cosa che occorre dire, infine. Il cibo deve andare a braccetto della cura. Se non c’è cura diventiamo golosi e grassi e passiamo con Dante direttamente all’Inferno.
Se c’è il prendersi cura ogni boccone che mangeremo sarà nello stesso tempo un’espressione mirabile della cura di sé ma anche e forse soprattutto della cura dell’altro. Perché? Perchè prendersi cura significa considerare il cibo dono e storia. Ciò avviene solo nella condivisione con l’altro. Da soli pur mangiando poco si ingrassa sempre, seppure solo di malumore.
Tutto questo possiamo dircelo solo con Marina Buoncristiano e la Caritas e con Francesco Romagnano e Magazzini Sociali che sanno che valore ha il cibo e sanno soprattutto che la storia si fa solo con la condivisione. Letti di sera è un leggìo importante per aiutare tutti a leggere con occhi nuovi queste storie dell’incanto.