Solidarietà circolare è la giusta definizione per una visione.
Quella dove un nuovo modo di relazionarsi, produrre, consumare e muovere nello spazio beni e servizi, permette di sviluppare e potenziare gli strumenti a supporto delle azioni solidali, soprattutto a contrasto della povertà alimentare.
Dal Banco Alimentare alla 166 del 2016, costruzione di consapevolezza
Nel nostro Paese è un percorso che inizia verso la fine degli anni 80, con la nascita di Banco Alimentare. Per la prima volta infatti, in modo strutturato, ciò che eccede in termini di disponibilità alimentare, viene recuperato a favore dei bisognosi. Vi è una cultura da costruire, una logistica tutta nuova da implementare, dei limiti normativi da superare.
Tutto questo avviene con un lavoro costante che porta nel 2003, alla legge 155, la prima norma in materia, detta “Legge del Buon Samaritano”. Una norma che per la prima volta disciplina in Italia il recupero eccedenze a fini solidali.
Seguirà un forte periodo di sperimentazione, soprattutto nelle regioni centro settentrionali, dove la dimensionalità abitativa e la forte offerta di surplus produttivi ha consentito applicazioni efficaci delle azioni.
Il vero punto di svolta arriva nel 2015 con l’Agenda 2030, il documento firmato dai 193 paesi dell’ONU in riferimento ad obiettivi di sostenibilità ed attraverso i risultati di EXPO.
In quel preciso momento, la lotta alla povertà mediante l’utilizzo delle leve di economia circolare diventa tema centrale e porta alla nascita dell’attuale legge antispreco, la166 del 2016.
Cominciamo a declinare tutto questo anche a Potenza e poi nei centri limitrofi, con Magazzini Sociali e l’attuazione della legge regionale 29 del 2015.
Che cos’è solidarietà circolare?
Il riutilizzo del surplus, quindi, sia come bene finale sia come ingrediente o semilavorato, l’abbattimento di costi energetici mediante l’utilizzo di fonti rinnovabili, l’ottimizzazione della logistica e della tracciabilità mediante l’utilizzo delle tecnologie digitali. Tutto questo diventa giorno dopo giorno, applicazione di economia circolare a supporto degli interventi caritatevoli.
Le infinite possibilità di interconnessioni e le relazioni necessarie ad ottenere i vantaggi di scala, portano alla generazione di nuove reti, profit/no profit, pubblico/privato. Un numeroso gruppo di soggetti che diventano parte integrante di un vero e proprio welfare 4.0.
La possibilità di costruire una credibilità operativa mediante la corretta informazione, attraverso nuove forme di ascolto dei bisogni. La maggiore efficacia e maggiori possibilità di sviluppo all’intero sistema di solidarietà.
Strumenti di auto generazione solidale, dove il gesto di solidarietà è comunitario, si costruisce, si ottimizza ma non si acquista.
Questa è solidarietà circolare.